Dal centro storico, lungo il portico dei record, fino al colle della Basilica.
Bologna è famosa nel mondo per essere la città dei portici, quasi tutti molto antichi e con secoli di servizio a protezione dalla pioggia e dal sole, durante le passeggiate dei bolognesi.
Questo itinerario che porta fino al Colle della Guardia, per esempio, è percorribile tutto al coperto e addirittura, nel tratto che parte da Porta Saragozza, vanta la lunghezza record di 3.796 metri con un portico unico, compreso di attraversamento sopraelevato (e coperto) della strada.
Seguendo un fil rouge che riguarda anche la Basilica di San Petronio si può partire dal portico dell’Archiginnasio, laterale alla basilica, per poi proseguire lungo via Farini e via De’ Carbonesi: all’angolo con via Collegio di Spagna la chiesa di San Paolo Maggiore domina lo spazio, con l’ampia facciata che si staglia come un palcoscenico.
La chiesa fu costruita a partire dal 1606 dai Chierici Regolari di San Paolo (i Barnabiti) per opera di padre Giovanni Ambrogio Mazenta (1565-1635) architetto e sacerdote della stessa confraternita.
Il frontale, imponente e armonico al tempo stesso, fu ultimato nel 1636 ad opera di Ercole Fichi, scultore romagnolo molto attivo a Bologna.
L’interno colpisce subito per le volte riccamente dipinte da Antonio e Giuseppe Rolli, che raffigurano San Paolo nell’aeropago di Atene. Sono visibili anche opere di Guercino (Giovanni Francesco Barbieri) di Giuseppe Maria Crespi, di Ludovico Carracci e un bellissimo altare maggiore con gruppo scultoreo di Alessandro Algardi: la Decollazione di San Paolo opera del 1644.
La chiesa sorge a lato del Collegio di Spagna, dove per alcuni mesi soggiornò anche re Carlo I di Spagna quando nel 1530 fu incoronato da papa Clemente VII, in San Petronio appunto, Carlo V Imperatore del Sacro Romano Impero. Chissà quante volte lo stesso Carlo avrà percorso questi portici per raggiungere piazza Maggiore dal suo alloggio. Il Collegio di Spagna fu costruito nel 1364 con un lascito dell’arcivescovo di Toledo Egidio Carilla Albornoz, che fu nominato legato pontificio a Bologna.
L’edificio ospitava gli studenti spagnoli che arrivavano per frequentare lo Studio, come era anticamente chiamata l’università cittadina.
I lavori furono affidati a Matteo di Giovannello, artista umbro conosciuto come Gattapone, al quale il cardinale Albornoz aveva già affidato alcuni incarichi per fortificazioni militari, tra cui la rocca di Spoleto: e proprio con quest’ultima il Collegio di Spagna mostra precise analogie nelle soluzioni architettoniche del cortile. Dopo il soggiorno di Carlo V il nome è diventato Real Collegio di Spagna e da allora fino ad oggi tutti i successori al trono spagnolo hanno sempre rinnovato il patrocinio reale a questa enclave spagnola nel cuore di Bologna.
Il Collegio si affaccia anche su via Saragozza, e proseguendo – sotto i portici – lungo questa strada si arriva ai viali di circonvallazione e al cassero di Porta Saragozza. Questa struttura è una delle dodici antiche porte di ingresso della città ed è testimonianza della poderosa cerchia muraria in pietra, eretta a protezione di Bologna nel XIV secolo, in sostituzione di quella in legno. Le mura furono abbattute nel 1902 come risultato dell’espansione urbanistica dell’epoca.
Proprio da Porta Saragozza, attraversati i viali, inizia il portico più lungo al mondo, che conduce fino in cima al Colle della Guardia e alla Basilica di San Luca. Sono ben 3.796 metri di cammino coperto e ben pavimentato, fatto di 316 arcate per il cammino in pianura da Porta Saragozza all’arco del Meloncello, e di 350 arcate per i tratto collinare dal Meloncello fino al santuario della Madonna di San Luca, per un totale di 666 archi.
Il numero delle arcate ha un profondo significato simbolico: 666 è il numero diabolico e il lungo portico che si snoda sinuoso richiama il serpente, ovvero il demonio, e terminando ai piedi del santuario rimanda all’iconografia del diavolo sconfitto e schiacciato sotto il piede della Madonna.
La camminata per salire fino in cima al Colle della Guardia è una tradizione che inizia nel XII secolo, quando viene costruita la prima chiesa a custodia e protezione di una icona di scuola bizantina che raffigura la Madonna col bambino e che la tradizione religiosa attribuisce a San Luca.
Il culto di questa Madonna di San Luca fu subito tale che l’afflusso dei pellegrini richiese una più grande e adeguata chiesa, e così nel 1194 fu posta la prima pietra di costruzione arrivata direttamente da Roma e benedetta da papa Celestino III.
Per secoli dunque migliaia di pellegrini tracciarono la salita al colle semplicemente col lavoro dei propri passi: prima un semplice sentiero e poi una mulattiera, lastricata per agevolare il cammino.
Tutto cambia però nel 1674, quando iniziano i lavori del portico, destinato ad essere ancora oggi il più lungo esistente al mondo.
La costruzione del portico fu completata dall’architetto bolognese Carlo Francesco Dotti (1670-1759) al quale si deve anche la realizzazione della nuova Basilica di San Luca e dell’Arco del Meloncello, il punto dove il portico inizia il percorso in salita fino alla sommità del Colle della Guardia.
Il portico merita di essere percorso tutto, fino alla basilica: il panorama dall’alto del colle sarà un ulteriore premio, oltre alla suggestione di muoversi dentro questo lungo corridoio di arcate e colonne.
Chi volesse fermarsi prima può farlo all’Arco del Meloncello, prima che inizi la salita: lasciando il portico di via Saragozza per quello dello stadio Dall’Ara, con una breve camminata si può arrivare alla chiesa di San Girolamo della Certosa, antico centro monastico poi adibito a cimitero cittadino. Le origini risalgono all’insediamento dei certosini nel 1333. La chiesa fu poi completata nel XVII secolo con la poderosa torre campanaria che sovrasta l’edificio. L’interno è ricco di opere d’arte, con notevoli lavori di maestri della scuola bolognese, e con un bellissimo coro in legno intarsiato del 1539 a opera di Biagio De’ Marchi.
La chiesa è attorniata da alcuni chiostri molto interessanti, come quello della Cappella o quello delle Madonne, arricchito da svariate immagini sacre, trasferite da altre chiese bolognesi durante la soppressione napoleonica alla fine del XVIII secolo.
DA VEDERE
• I portici e i cambi di stile e di pavimentazione tra un palazzo e l’altro
• La chiesa di San Paolo Maggiore
• L’icona bizantina della Madonna nella Basilica di San Luca
DA NON PERDERE
• Il gruppo scultoreo di Alessandro Algardi nella chiesa di San Paolo Maggiore
• La camminata sotto il portico di San Luca
• Il panorama dalla cima del Colle della Guardia
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